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A che serve?

 

E’ la domanda che ogni studente si fa su almeno 6 o 7 materie che è costretto a studiare a scuola. Per chi le insegna è la domanda più fastidiosa perché solo ponendola viene implicitamente espresso un giudizio di inutilità delle stesse. La risposta a questa domanda è diversa a seconda della materia che esaminiamo: è ovvio che ci saranno materie pratiche come economia aziendale, informatica, costruzioni, topografia e potrei andare avanti fino a domani per cui questa domanda non viene neanche posta, ma è altrettanto vero che ci sono materie come latino, greco, matematica e tante altre per cui questa domanda è un must.

Sfatiamo dei miti: distinguiamo i contenuti dagli schemi mentali acquisiti per rielaborare quei contenuti e poi spieghiamo quello che ho appena scritto. Probabilmente gli studenti non si troveranno mai a tradurre una versione di latino o a svolgere un problema di trigonometria (a meno che non scelgano di insegnare), ma la capacità di impostare quel tipo di esercizio per arrivare alla soluzione permetterà loro di acquisire una capacità molto spesso richiesta in ambito lavorativo: il problem solving.

Proprio giorni fa spiegavo al mio studente che la matematica che si trova ad affrontare al liceo scientifico lo costringerà sempre a pensare e ragionare, nonché ricollegare le fila di quanto studiato fino a quel momento. La capacità di ragionamento è molto importante, ma richiede anche impegno, per questo spesso si scelgono percorsi più pratici e meno teorici, ma il punto è che dovrebbe esserci un equilibrio in queste due esigenze. Ogni materia conferisce il suo contributo nella formazione di uno studente e quelle meno pratiche non vanno denigrate solo perché un giorno fuori da scuola quelle cose non si faranno mai più, bisogna apprezzare la forma mentale che abbiamo acquisito attraverso quella materia e che ci permetterà di apprendere altro in modo simile e ci permetterà di crescere nelle nostre abilità.

Non analizzo la situazione delle lingue perché nel contesto in cui viviamo sono essenziali, mentre per quanto riguarda italiano, storia e storia dell’arte, si tratta di imparare da dove veniamo e cosa i nostri predecessori hanno apportato in termini di cultura e arte al nostro Paese e in giro per il mondo: saper leggere una poesia ci permette di apprezzare i pensieri di chi storicamente è lontano da noi e dal nostro modo di vivere, saper analizzare un’opera d’arte ci permette di imparare a guardare oltre.

In sostanza, tutto ciò che si studia a scuola è importante per aspetti diversi: impariamo ad apprezzare i diversi contributi che riceviamo da ogni insegnante per ogni materia, un giorno ce ne ricorderemo.

E voi da quali materie avete ricevuto i maggiori insegnamenti? Quali ritenevate inutili?

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