Blog

Trova un modo!

 

Eccoci questa settimana a parlare di un argomento tanto vasto quanto difficile di cui discutere come il metodo di studio. Spesso i genitori ci chiedono non solo di aiutare i figli nelle specifiche materie, ma anche di insegnargli un metodo di studio. Come insegnare ai ragazzi qualcosa che dipende in primo luogo dal loro modo di imparare?

Analizziamo il problema: quando i ragazzi si affacciano per la prima volta alle scuole superiori capiscono che “la pacchia è finita” e devono cominciare a lavorare in modo diverso perché non basta più fare i compiti tutti i giorni, bisogna essere preparati tutti i giorni (o almeno, più giorni possibili) ad affrontare anche più di un’interrogazione al giorno, più compiti in classe in una settimana e senza una gestione coerente del proprio tempo questo obiettivo risulterà impossibile da raggiungere. I ragazzi spesso risultano impreparati a questa nuova richiesta e non sono in grado di organizzare il loro lavoro a casa in maniera produttiva ed è da qui che possiamo notare i primi disastri scolastici. Niente è semplice all’inizio, c’è solo bisogno di tanta forza di volontà e imparare a conoscersi.

Tra gli studenti si possono distinguere quelli che risultano preparati solo ascoltando la spiegazione dell’insegnante, per loro il lavoro a casa si limita a una rilettura veloce perché la maggior parte del lavoro è stata fatta, ma non tutti hanno questo approccio, senza contare che per materie pratiche questo approccio non funziona. Questo evidenzia un’ulteriore difficoltà: non tutte le materie si studiano allo stesso modo. Sì, sembra una banalità, ma non è così, perché vivo tutti i giorni ragazzi che pensano di potersi preparare a un compito di matematica il giorno prima come fosse un compito di storia. Quindi escludendo matematica, che andrebbe preparata facendo un esercizio al giorno senza troppo stress, per le altre come facciamo?

Una delle tecniche che trovo più sbagliate sono i riassunti: richiedono tantissimo tempo per leggere, sottolineare e poi trascrivere il tutto e spesso non è neanche un vero riassunto, è un copiare ciò che si è sottolineato sul libro, ma allora non conveniva rileggerlo dal libro direttamente? Sarebbero utili se invece ci fosse una rielaborazione dei contenuti, ma il fattore tempo purtroppo rema contro.

Tra gli strumenti che ritengo maggiormente efficaci, tant’è che suggeriti anche per studenti DSA, dobbiamo parlare di schemi e mappe concettuali. Uno studente può sapere tutto di un argomento, ma non saper strutturare un discorso e lo schema in questo aiuta perché mette ordine nelle informazioni, dà le priorità ed elimina le informazioni marginali andando al cuore dell’argomento trattato, richiede meno tempo di un riassunto ed è utile per ripetere. Non è un lavoro semplice, bisogna darsi un ordine per realizzare uno schema e bisogna selezionare le informazioni più importanti. Da qui l’ennesimo problema che si manifesta nella fase di lettura e sottolineatura (quando questa fase esiste): i ragazzi spesso hanno difficoltà a riconoscere i concetti importanti, cosa che porta o alla non sottolineatura o alla sottolineatura di tutto il testo.

Insomma, i problemi sono davvero tanti e vanno superati per non rendere l’apprendimento un incubo, bisogna aiutare i ragazzi a capire quale metodo sia il più adatto a loro in modo da ottimizzare non solo i tempi, ma la qualità dello studio. Non si possono dare ricette generali per i ragazzi perché ognuno di loro impara maggiormente attraverso strumenti diversi (ascolto, lettura, esperienza) e non bisogna imporre metodi generali perché non esistono, ma bisogna analizzare caso per caso e stimolarli nell’imparare a scoprire le proprie capacità.

 

E voi che strategie adottate nello studio? Come vi trovate?

LASCIA UN COMMENTO